Giro del Varesotto 2016 – Besnate

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rafBasolone non si lasciò certo pregare dopo l’invito del Teo, e con la stessa verve con cui presentava i top runner prima delle tappe del giro, ai bei tempi andati, iniziò il suo racconto dalla tappa del lontano 2016, la tappa in cui la Grande Boucle spegneva le 18 candeline e raggiungeva la maggiore età.

“Vedi – disse il nostro amico speaker al ragazzetto – la corsa, soprattutto al Varesotto, non è un semplice susseguirsi di passi rapidi uno dietro l’altro, è come quando ci si ritrovava a scuola dopo le vacanze estive, ognuno con qualche storia e qualche esperienza in più. Incontrarsi alla prima tappa del giro è come svegliarsi la mattina della vigilia, con l’albero che fa ombra sui regali, la tavola imbandita e la casa piena di parenti. E io ero li, anno dopo anno, a far gli onori di casa. A far diventare, quello che per più di undici mesi all’anno era lo sciur Brambilla, The King, uno capace di suonarle a tutti per ben sei volte su diciassette edizioni”.

“Lo vedi quel vecchiaccio li? – esclamò allungando il suo dito ossuto alla fioca luce delle torce in direzione del Teo, che soprassalì mentre era distratto a giocare col ghiaietto – sembra il nonno di Heidi ora con quella barba e i capelli bianchi, ma io l’ho chiamato in prima fila per diciassette edizioni prima di quel 2016, da quando era ancora un bocia sbarbatello e si usavano ancora le magliettine di cotone”.

Il ragazzetto però voleva sentire qualcosa di più sull’azione, sentir narrare di muscoli tesi, fiato corto, sorpassi, tempi, e disse al Basoli di parlargli della gara.

A quella domanda notai un sorriso beffardo sul volto di Ronnie mentre il nostro narratore esitava prima di dover ammettere che quel giorno le classifiche ebbero parecchi problemi di gestione, tutti attendevano di sapere i risultati della serata ma il sito dei cronometristi era in down.

Io presi parola per togliere le castagne dal fuoco al Basoli: “C’è chi la soprannominò ‘la maledizione del runner dalle gambe d’inchiostro’, una reazione degli dei del podismo al tentativo di spodestare il re del Varesotto delle due ultime edizioni mentre lui era infortunato. Era come il tentativo dei proci di prendere il trono di Ulisse in sua assenza”.

“Pensa – continuai – che io ero uno di quelli che attendeva il Varesotto per un anno intero, dividevo la stagione podistica in pre e post Varesotto. Cercai per una volta di presentarmi a quell’appuntamento al massimo delle mie possibilità, anche se alle tabelle di Albanesi affiancavo un regime alimentare pari a quello di Soffientini, ma senza le sue qualità in corsa però.

gdv2016_besnate2Ricordo la tensione che saliva nelle ore del pomeriggio precenenti la tappa di Besnate. Poi pian piano tutto iniziò a migliorare vedendo le molte facce amche una volta giunto al ritrovo. Ricordo i soliti sorrisi del Teo a chiunque, dal tapascione al top. Un riscaldamento con Kostia, lo stesso Teo e Vasi, per cercare di sfruttare al meglio il pre-gara. Poi tutti in griglia.

Basolone era li col suo microfono a far la prima donna insieme a Maltagliati, a far il loro show nello show, fino a quando lo sparo risuonò nel cielo besnatese e tutti si misero a pestare forte sul terreno.

Ero partito bene, ora le gambe precedentemente mollicce pompavano discretamente, forse troppo, infatti dopo qualche centinaia di metri un occhio al gps mi fece soprassalire, 3’10″/km, non era tempo nelle mie corde, stavo rischiando di mandare tutto a monte spinto dalla mia solita smania da pivellino.

gdv2016_besnate9I tratti veloci stavano per finire, la mappa mentale nella mia testa avvicinava sempre di più il mio pallino rosso alla prima salita di giornata ed infine eccola li, l’Arturo ai suoi piedi a immortalare i volti prima della smorfia. Riuscii a non soffrire troppo, senza perdere terreno e via sul piano prima di buttarsi giù come falchi nella discesa che ci avrebbe portato ai piedi della salita più temuta.

Uscii incolume anche da questo sforzo cercando di tornare a far girare le gambe nel piano e poi nelle successive discesa, era quasi fatta, ora bisognava dare tutto fino al gonfiabile giallo distante un km e mezzo.

Nel frattempo quel vecchietto li – indicai il Teo con un verso del capo – sempre difeso dalla sua corazza di modestia, aveva lottato col suo amico gigante buono ed era arrivato settimo assoluto, e diceva di non saper se partecipare”.

gdv2016_besnate12Basolone riprese parola vedendo il ragazzetto ancora affascinato e avido di racconti e gli disse “Pensa che eravamo tutti così emozionati quella sera, che ci dimenticammo perfino del Dorigo!”

Nel mentre una voce risuonò dal bosco: “Basta parlare del Varesotto, basta gettare benzina sul fuoco!”

Il fanciullo sembrò spaventato e chiese chi fosse. Basoli gli disse che lo avrebbe scoperto presto, si sistemò il suo strano ciuffo blu e riprese: “Ricordo, quella volta a Quinzano…..”

CLASSIFICA, CLASSIFICHE COMPLETEFOTO di Arturo Barbieri. Articoli di Antonio Puricelli e Matteo Raimondi

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