STrA IN CASA – A Big (Lebowski style) workout

Stra in casa 2020
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Sono anni che, quando mi arriva una chiamata sul cellulare partono le note di Tokai (forse dovrei dire smartphone, ma sono un nostalgico degli anni ’90, nello specifico reputo il ’94 l’annata migliore per svariati motivi musicali). Dicevamo, Tokai, come il produttore di chitarre,  non il vino fiulano che non può più godere di tale appellativo dopo che è stato privato del diritto dall’ungherese ToKaji (si inizia da un bicchiere di vino e si finisce coi diritti umani dirà qualcuno).

Le strofe di Samuel dei Subsonica si alternano a quelle di Veronika in una delle canzoni più belle di “Il tappeto dava un tono all’ambiente”, l’album di collaborazioni che venivano raggruppate sotto lo pseudonimo di Anti Anti.

Ho abbinato solo diversi anni dopo il titolo dell’album alla frase di Drugo del Grande Lebowski, mea culpa.

Quarantena workout

Passano altri anni e mi trovo a condividere anche l’amore di Drugo per un tappeto, divenuto compagno di questi giorni di quarantena per gli allenamenti quotidiani a porte chiuse. Certo, a differenza del personaggio interpretato da Jeff Bridges avrei preferito di gran lunga avere un cinese che mi pisciava sul tappeto piuttosto di uno che andava a beccarsi un virus da un Pangolino in un wet market.

Oltre a tappeto e rulli per la bici, ho anche tre rampe di scale come campo di allenamento in attesa di tornare a percorrere la ex cremagliera del Campo dei Fiori. Da li nasceva una proposta fatta all’amico Matteo Raimondi per organizzare un Everesting a staffetta con l’intento di raccogliere qualche fondo da destinare in beneficenza. L’Everesting sarebbe il tentativo di raggiungere l’altezza del Monte Everest (8848 metri) ripetendo quante volte necessario una qualsiasi salita.

L’evento benefico ideato da Matteo Raimondi

Matteo, che di beneficenza se ne intende (tempo fa proponeva un interessante raccolta fondi denominata 5 centesimi al km a cui aderivano molti sportivi locali e non solo) e dello sport ne ha fatto un lavoro oltre che una pratica che tante soddisfazioni gli ha dato, ha invece organizzato un maxi evento richiamando centinaia di persone all’appello.

L’idea della Stra in casa è quello di una “competizione” autogestita per raccogliere fondi in favore degli ospedali o della protezione civile. Hanno aderito in 533, pronti a gareggiare contro se stessi con la motivazione di un gesto onorevole. Sono stati raccolti ben 10.780 euro grazie alle donazioni degli iscritti, a cui Matteo ha fornito il pettorale virtuale via mail e anche la medaglia da stampare e ritagliare per appenderla al collo dei più piccoli.

Elogio del “Dudeismo”

Ho visto in questo periodo gente affannarsi alla ricerca di record casalinghi, personaggi che si inventavano mezze maratone, maratone, ultra-maratone in giardino/corridoio/balcone. Runner capaci di correre la 100km del passatore facendo la spola tra wc e bidet. Ho letto di francesi disperarsi per non avere il bidet con cui creare il suddetto percorso e rilanciare con dei triathlon casalinghi con tanto di frazione di nuoto nella vasca da bagno.

Ecco, io fino ad oggi mi ero tenuto lontano da questo tentativo dionisiaco elevato alla massima potenza da sportivi che consacravano la loro quarantena a momento di creazione pura. Sono stato ben lungi dal rientrare in quella cerchia di amanti dell’endurance che stanchi del dover sottostare alle restrizioni imposte dal governo si tramutavano in drughi kubrickiani e contemporanei alla continua ricerca dell’eccesso. Me li immagino tentare un record di 2730 squat sollevando un enorme pene di ceramica candida come nella nota scena di Arancia Meccanica.

Alle incursioni nella città deserta alla ricerca di percorsi dove scaricare le mie pulsioni da runner, moderno Alex DeLarge in cerca di trasgressione rispetto alle costrizioni del sistema, io ho preferito il mio tappeto, vittima forse del nichilismo dell’altro Drugo, Jeffrey Lebowski.

Il mio tappeto è divenuto la mia palestra in questo periodo, superficie perfetta per un po’ di esercizi di core stability e tracciato ideale su cui percorrere km e km con la bici adagiata sui rulli. Come Lebowski mi sono abbandonato alla rassegnazione per questa quarantena senza ribelli atti antigovernativi. Ma senza mettere del White Russian nella borraccia della bici!

La mia STrA IN CASA

Stra in casa 2020La mia STrA IN CASA, dopo aver svestito i panni del pacato Lebowski, prende inizio sulle scale di casa. Scendo le tre rampe col passo del “nostro affezionatissimo” mentre fa il suo ingresso al Korova, intenzionato a fare su e giù per un giro completo di lancette. Mi faranno compagnia nelle orecchie un paio di podcast. La prima mezz’ora abbondante scorre con una intervista a Zerocalcare, poi si passa a Federico Buffa che racconta la grande, incompiuta Olanda di Cruijff del ’74, la “Arancia Meccanica”.

Sentendomi dunque, dopo 120 ripetizioni su e giù delle scalinate di casa,  leggermente strapazzato e infiacchito, per via del fatto di aver usato alquanta energia vitale, mi fermo  per rinfreschi. Non son al Korova, non c’è latte+, ma i sali fanno comunque la loro parte.

Si riparte, stavolta in sella, sempre con un occhio ai tulipani. Quindici km virtuali lungo le strade di Utrecht, pesante come un cinghialotto e non certo leggiadro come quel cigno che qui ha avuto i natali e che con la maglia arancione portò a casa la coppa europea del 1988 grazie al fantastico gol contro l’Unione Sovietica.

Smonto di sella, svesto i pantaloncini col fondello e cambio la maglietta sudata come una mortadella a Giugno. Terza e ultima tranche di allenamento dedicata ad un po’ di rafforzamento di braccia e tronco. Quei tanto odiati addominali, plank ed esercizi vari stanno diventando una prassi giornaliera, la mia “Cura Ludovico” da ripetere quotidianamente.

Alle note della Nona Sinfonia del Ludovico Van, si sostituiscono le musiche ritmate proposte da Youtube. Perlomeno non ho divaricatori per le palpebre che mi obbligano a tener lo sguardo fisso su scene di violenza quali i giochini matematici di Facebook, le “sfide accettate” o i post su virus scappati da un laboratorio, teorie comoplottistiche sul 5G e pulsanti che ti regalano 1000 Euro.

L’Inno alla gioia

Finisco anche l’ultimo step della mia STrA IN CASA e, dopo la doccia, a compimento del triplice workout, mi rimane solo il “quarto movimento” della beethoveniana sinfonia giornaliera, l'”Inno alla gioia”, quello che solo a tavola trova il suo palcoscenico ideale.

Ovviamente dopo un paio d’ore di moto ininterrotto lo stomaco reclama un’orchestra di cibarie, “arcangeli con le trombe e diavoli coi tromboni”, comprese polpette che farebbero concorrenza a quelle del Professor Birkermaier di fantozziana memoria.

Birrozza, caffè, amaro, dolcetto. A differenza di Alex, la Cura Ludovico non mi ha cambiato, anche indoor, l’attività motoria è solo un preludio al pasto.

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