2^ Agrirun

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Ci sono giorni che passeranno alla storia per imprese sportive che sanno di eroico.

C’è un sabato di fine Maggio, di quelli in cui ti pare che la primavera stia lasciando il posto all’estate per il caldo che fa.

Vedi atleti in sella ad una bicicletta percorrere km e km di salita verso la fine di un viaggio durato tre settimane, uno lo chiamano lo squalo. Arriva dalla Sicilia per scalare le montagne del Piemonte, e oggi ha deciso di fare una mattanza. Prende una bicicletta, addenta gli avversari diretti sulla penultima salita, la tramuta in un pennello rosa e dipinge traiettorie sulla lunga discesa successiva e poi ancora su, per qualche km, stairway to heaven, per ritrovarsi al comando del Giro d’Italia, campione, chapeau.

Un altro uomo invece viene da Roma, dove l’asfalto non lo rifanno nemmeno quando passa la carovana rosa, ma lui le buche le schivava col taxi anzichè con la palmerina. E nel tempo libero andava a farsi qualche decina di giri del parco o si guardava due DVD mentre girava sul tapis rulant per una sessantina di km. Lo chiamano il re, Re Giorgio, ma ieri gli hanno tolto la corona per mettergli il cappello del passatore, per l’undicesima volta.

Il terzo personaggio della giornata viene da Napoli, lo chiamano il Mago, e anzichè mare e spiaggia in questo caldo sabato, va a sfidare gli uomini del Campo dei Fiori, spinti su per le salite dal dio dei venti il cui nome portano impresso sul petto. Ecco, lui però non mette tutti in fila come gli altri eroi di giornata.

Soffre già sulla prima ripida salita che si incontra dopo duecento metri. Suda e sbuffa sui ripetuti strappi sull’asfalto e tra i campi e boschi di Casciago e Morosolo. E’ come una vecchia locomotiva al cospetto di TGV di moderna fattura. Punta ad un decimo posto, ultimo gradino di un podio abbondante.

Al quinto km una lunga scalinata sembra accorciare le distanza verso chi lo precede, una discesa sancirà quasi l’aggancio che avviene poco dopo, e in un sol colpo ne infila due, ottavo…

Ora si spinge buttando un po’ l’occhio indietro ad ogni curva. Fino ad un bivio non segnato dove, come avrebbe fatto il miglior Paolino Paperino, inforca la strada sbagliata, da lontano si guarda indietro preso dal dubbio e vede passare gli inseguitori.

Questo è il momento dove quelli che non hanno classe, gambe e fiato (come me) ci mettono il cuore, e giù a pestar forte in terra per recuperare, riprendere i due e soffrire fino in fondo per chiudere in ottava posizione, col rammarico che forse, senza errore, si poteva far qualcosa di più.

Mi guadagno comunque la prima intervista del Basolone nazionale all’arrivo mentre attendo Luca e Chiara, che porta a casa la sua prima soddisfazione da zona-premi.

A parte la mia ironica-epicità, la gara è molto bella con parecchi scorci degni di nota, con un percorso duro ma molto allenante e una educazione dei pochi automobilisti non certo paragonabile al livello di esaurimento nervoso dei piloti di città.

Assoluti Uomini
1) LUCA PONTI 34’23”
2) ANDREA MACCHI 35’15”
3) MANUEL BELTRAMI 35’35”
4) MAURIZIO MORA
5) VIRGILIO REGA
6) STEFANO BORDANZI
7) MARIO PAONESSA
8) RAFFAELE NASTARI
9) STEFANO RAGAZZON
10) FRANCESCO PICCINELLI

Assoluti Donne
1) LORENA STROZZI 46’45”
2) SARA ZUCCOLOTTO
3) CINZIA MENEGON
4) ELENA LUCCHINA
5) EMANUELA POLINELLI
6) CHIARA FERRARI
7) MERY TARTARI
8) LORENA CATTANEO
9) CHIARA VERSACI
10) ANTONELLA SIANO

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