GDV 2015 – Somma Lombardo

Condividi

Era ormai buio pesto quando Pablo scorse dalla finestra della nonna un lontano puntino rosso che si illuminava a intermittenza nella calda serata di inizio estate. Era il vecchio, intento a contemplare la luna grande di inizio Giugno e le stelle che le facevano da sfondo, fumando il suo inseparabile sigaro.

Pablo sgattaiolo agile fuori da casa della nonna, seguito a ruota da Juan e gli altri bocia, rapidi e curiosi come certi animali notturni pronti ad animare di suoni e mistero i boschi, non appena il sole termina la propria parabola incendiando col suo rossore le prime ore delle sere d’estate.

I pischelli si sedettero in circolo attorno al vecchio e agli sbuffi di fumo del suo sigaro, come indiani attorno ad un falò, e attesero l’inizio del racconto.

Attendevano tutti un nuovo racconto, conoscere il destino dell’allievo, sapere se dopo il botto si fosse tramutato in un lampo, come in un temporale d’estate, per tornare nelle posizioni che gli erano d’abitudine.

“Guardate in alto pischelli miei – esordì il vecchio – vedete quante stelle? Ma non di sole stelle visibili è fatto il cielo. Certo, voi rimanete li a fissare affascinati la luna, che splende misteriosa nel suo giallo luminescente quanto la canotta di Ronnie o i capelli della Claudia. Fantasticate su quelle migliaia di stelle che corrono veloci nella notte dietro alla luna, senza prenderla mai, così come successe, per l’ennesima volta, nella notte di Somma.

Erano tutti tesi e sudati già molto prima della partenza, quella sera all’ombra della Madonna della Ghianda, quando d’improvviso uno sparo attirò l’attenzione di tutti!”

Gli sguardi dei bocia si accesero di stupore, come gli occhi del gufo che da lontano osservava la veranda.

“Stava partendo quella vecchia quercia del Dorigo, con le sue gambe nodose come radici. Lui che era solito chiudere ogni tappa col suo arrivo in coda al gruppo, ultimamente era diventato colui che apriva le danze.”

I pischelli rimasero sorpresi, non avevano mai sentito parlare del Dorigo, si guardavano tra loro dubbiosi e irrequieti, loro volevano sentire parlare dei soliti eroi, delle stelle, non di questi personaggi dai nomi buffi.

“SShh, li richiamo all’ordine il vecchio. Vi ho detto che non solo di stelle a voi visibili è fatta la volta celeste. E comunque poco dopo la partenza del Dorigo tutti si misero pronti ai loro posti in attesa di dare libero sfogo ai loro muscoli caldi, come locomotive sbuffanti e frementi in attesa del fischio del capostazione. E a quel punto…..ffffffiiiiiiiiiii, arrivò l’uomo mascherato, vestito da ferroviere, con tanto di paletta e fischietto, un personaggio dai mille volti, su cui molte leggende si narrano sugli asfalti del varesotto.”

I bocia ebbero un attimo di esitazione, stupiti da questo nuovo personaggio, mezzo corridore mezzo eroe mascherato.

Ma poi chiesero al vecchio di parlargli finalmente dell’allievo, loro erano usciti di nascosto dalle finestre della case li attorno per sentire solo le gesta dell’allievo.

Il vecchio aspirò dal sigaro, trattenne per un po’ il sapore del tabacco in bocca e quando finalmente offusco la luna con la sua nube di fumo disse: “Nessuno sa dove fosse l’allievo quella sera, alcuni ancora se lo domandano, forse su uno dei suoi monti, a ritemprare corpo e anima. Di sicuro stava meditando un gran finale per l’ultima tappa!”

(Visited 44 times, 1 visits today)

Condividi