Inizi a vedere le solite facce note degli anni precedenti. Il giro è un po’ come la canzone di Jovanotti, Gente della notte: “ci si conosce tutti, come in un paese”. Vedi la macchia gialla dei Crazy Pub, e ti chiedi se per essere parte del gruppo devi avere per forza la barba. Scorgi i top runner che sembrano fare pretattica, si scaldano in solitaria, lontani gli uni dagli altri.
Scambi quattro chiecchiere con qualcuno e lo senti mettere le mani avanti, parlando di alcuni allenamenti saltati per lavoro, impegni o altro. Nessuno dichiara di essere in forma, tutti niccchiano sui tempi, sanno quanto vorrebbero fare ma ti caricano sempre il tempo di almeno una decina di secondi al km.
Ma appena si arriva in griglia tutti sgomitano per avere un posto il più avanti possibile e allo sparo tutti a fuoco per 5 km, uomini e donne, cercando di ridurre un po’ il distacco da quei mostri di Fochi e Gelsomino che già sono abbondantemente in rosa e pare che il giro, quest’anno, lo possano perdere solo loro.