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La debolezza è forza



Puoi togliere tutto a un uomo tranne la libertà di scegliere il proprio comportamento
Anche quando pensi che il tuo corpo ne ha avuto abbastanza, in realtà hai più energie di quanto credi
La nostra mente fa in modo che non ci stanchiamo mai davvero del tutto.
Tra il non poter far un passo in più e il continuare a correre c’è la nostra volontà
Fra lo stimolo e la risposta c’è uno spazio, in quello spazio c’è la nostra libertà
Il nostro potere di scegliere, la nostra risposta
In quella risposta c’è la nostra felicità
Puoi resistere uomo, puoi farcela,
hai tutto sotto controllo, poi ti sentirai meglio
E’ ora di andare dentro te stesso per scoprire che la debolezza è forza
Fai tacere i pensieri negativi e guarda te stesso da lontano
Vai oltre, eleva il tuo spirito
Vivi, ama, corri uomo!

Aldo Rock

 

Aldo cita prima di “The Pappardel” cita Viktor Frankl, psichiatra che fu deportato nel settembre del 1942 a Theresienstadt, in Boemia, per poi essere trasferito ad Auschwitz, a Kaufering III e quindi a Türkheim.

Scampò alla morte, ma perse le persone più care. Rientrato a Vienna dettò in soli sette giorni le sue memorie. Ciò che ne scaturì è questo libro (qui in vendita su amazon). Non è un trattato, ma neppure un semplice memoriale della deportazione. È un documento umano di straordinario valore, il cui successo non è dovuto tanto all’oggetto del discorso, quanto alla particolarissima prospettiva con cui viene affrontato e al profondo messaggio che trasmette: la vita vale la pena di essere vissuta in qualunque situazione e l’essere umano è capace, anche nelle peggiori condizioni, di “mutare una tragedia personale in un trionfo”. Proprio questo aspetto costituisce uno dei motivi della inossidabile attualità dello scritto di Frankl: esso, infatti, pur narrando i tragici eventi a cui si riferisce, li trascende per incentrarsi sull’esplorazione della natura umana e delle sue potenzialità. E, in questo senso, ciò che dice vale non solo per l’esperienza della detenzione, ma anche per tutte le altre “situazioni-limite” (la sofferenza, la malattia, la disabilità, il lutto, ecc.) che sfidano la capacità umana di resistere e di sopravvivere.

Ognuno di noi, pertanto, può trovare in questo libro un riflesso di sé: non necessariamente di ciò che è stato, ma magari di ciò che può diventare nonostante gli “urti” della vita, opponendosi al proprio destino e dominandolo dall’interno.

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