Sette Campanili Cross Country
Storia della Sette Campanili
Inizialmente la Sette Campanili Cross Country fu organizzata dalla
Società Ginnastica “Sempre Avanti“, società sportiva locale, fondata nel 1903 con il patrocinio del giornale La Gazzetta dello Sport. Il nome nacque grazie all’idea degli organizzatori che, obbligati a fissare dei posti di controllo in determinati passaggi obbligati, decisero di prendere come riferimento i campanili dei paesi limitrofi.
Il prologo
Il 30 dicembre del 1906, venne organizzata a Cavaria la prima campestre. Nel 1914 divenne gara a carattere Nazionale e prese l’attuale denominazione, “Cross Country dei Sette Campanili”. Sette torri campanarie, per altrettante chiese dei paesi toccati dalla corsa. Sono le località di Cavaria, Premezzo, Oggiona, Santo Stefano, Jerago, Orago e da ultimo Cajello, paesino oggi diventato quartiere della città di Gallarate, ma allora ben distinto dal grosso dell’abitato urbano.
La prima edizione
La prima edizione fu corsa in data 17 Gennaio 1914, anno in cui la provincia di Varese neppure esisteva, l’Europa ancora non immaginava di essere vicina alla Guerra Mondiale e uno dei campanili era in un’altra posizione. Il primo corridore a trionfare su queste strade fu Carlo Martinenghi dell’U.S.Milanese.
La celebrità “mediatica”
La corsa assunse una notevole importanza e fu resa celebre dal dipinto del famoso disegnatore Achille Beltrame. Il disegno apparì infatti sulla copertina della “Domenica del Corriere” del 22 febbraio 1925. La pagina raffigurava la scalinata di Orago che dalla provinciale sale alla chiesa. Questo punto rappresentava (e rappresenta tuttora) uno dei principali ostacoli della corsa, lunga 140 m con un dislivello di 30 m.
Altro contributo della stampa fu quello di Sport Illustrato, che invece scelse una foto della scaletta che sale a Santo Stefano.
Da campionato italiano al declino
Nell’edizione del 25 Marzo 1943 fu assegnata per la prima volta nella storia della corsa il titolo di campione italiano a Luigi Pellin.
Divenne gara nazionale fino agli anni 60 quando, complice il cambio generazionale e il modificarsi delle tradizioni, subì un rapido declino.
Dopo qualche isolata edizione risalente agli anni 70, la corsa venne riorganizzata, se pur a carattere non competitivo, a partire dal 1982 dalla rinata “Sempre Avanti“.
Il ritorno alla fama
Negli ultimi anni la corsa è stata organizzata dalla società sportiva del Centro della Gioventù di Cavaria, arrivando ad avere un massimo di 1508 partecipanti nell’anno 2014.
In anni recenti si sono visti molti atleti di valore. Nel 2008 ha preso il via per esempio Margareth Okayo, atleta kenyota vincitrice (per tre volte) della maratona di New York, ma anche delle maratone di Boston e Londra
Qualche aneddoto
A ricordare quanto tempo è passato, bastano due aneddoti particolari: allora i sette paesi erano tutti in Comuni in provincia di Milano (aggregati poi dal 1927 con il circondario di Varese, a formare l’attuale provincia).
Nell’arco di un secolo si è assistito persino allo spostamento – per così dire – di uno dei sette campanili, quello del paesino di Premezzo.
La corsa
Dal 1998 l’organizzazione della Sette Campanili è stata presa in carico della “ Associazione sportiva Dilettantistica Centro della Gioventù Cavaria”.
Percorso
La corsa può essere percorsa nella sua versione classica da 15,8 km oppure nella versione ridotta da 5,55 km.
Nel tracciato competitivo si effettua il passaggio sotto i 7 campanili di Cavaria, Santo Stefano, Oggiona, Orago, Jerago, Premezzo e Cajello di Gallarate.
Si parte nei pressi dell’oratorio e dopo un rapido passaggio nel centro di Cavaria ci si dirige verso la stretta scala di Santo Stefano. Questo è il primo punto di grande selezione, una rampa di 140 metri di lunghezza e 30 di dislivello.
Successivamente si procede in rapida discesa seguita da una lunga ascese che conduce al campanile di Oggiona.
Da Oggiona si torna a scendere verso Cavaria, nuovo passaggio nei pressi della partenza, prima di affrontare le temibili scalette che portano al campanile di Orago.
La strada continua a salire inesorabile fino al campanile di Jerago.
Il tratto boschivo
Si abbandona quindi l’asfalto in favore dell’unico tratto boschivo dell’intero tracciato, lungo i 3km di sentiero sterrato che si snoda all’interno della Valle del Boia per uscire poi nei pressi del campanile di Premezzo.
L’arrivo
A questo punto si affronta la lunga discesa fino al campanile di Cajello per poi affrontare gli ultimi km, ancora mossi da due ascese che si fanno sentire nelle gambe ormai provate.
L’ultimo tratto ripercorre le stradine del paese, in un dentro e fuori transitante nuovamente per il campanile di Cavaria e conducente all’arrivo nel campo sportivo dell’oratorio.