Una giornata da eroi alla 7ª Lago Maggiore Marathon

Pacer 7ª Lago Maggiore Marathon
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VERBANIA, 5 NOVEMBRE, 7ª Lago Maggiore Marathon “Oh we can be Heroes just for one day”, cantava David Bowie.

“Eroi. Semplicemente e gagliardamente eroi”, recita invece l’organizzazione della 7ª Sportway Lago Maggiore Marathon.

Eroico è senza ombra di dubbio l’aggettivo più azzeccato per definire ogni singolo partecipante (runners, organizzatori e volontari) della Maratona del Lago Maggiore (e delle gare accessorie).

Io ho fatto la mia parte partecipando alla 33 km come pacer, pensando quando mi ero candidato, di godermi lo sfondo del lungo lago ad una velocità di crociera che mi permettesse di chiacchierare senza difficoltà rendendomi utile per gli altri corridori.

Pacer 7ª Lago Maggiore MarathonQuando invece a metà settimana ho iniziato a buttare l’occhio sulle previsioni meteo, il bel trailer realizzato su percorso panoramico e assolato dagli organizzatori, si è tramutato nel “Coming Soon” di IT, con me nella parte del piccolo Georgie e il capo dei pacer nel ruolo di Pennywise intento a propormi un palloncino colorato cercandomi di convincere che galleggia.

La mattina la sveglia suona prestissimo, fuori è ancora buio e hamburger e birrozze della sera prima, trangugiate su consiglio dell’esperto Antonio Napolitano, hanno da poco smesso di agitarsi dentro di me come l’Alien di Ridley Scott, lasciando nel mio stomaco un buco che cerco di riempire con una colazione tanto abbondante che potrebbe riempire anche il cratere di Chicxulub.

Dopo aver più volte ricacciato indietro le avances del piumone che mi sussurra da lontano di tornar al caldo, salgo in macchina e navigo come un Noè senza animali fino a Verbania.

Dopo aver raggiunto il centro Expo, capisco finalmente dove andare e cosa fare, e forse anche chi sono e da dove vengo.

partenza 7ª lago maggiore marathonRaggiungo quindi la partenza con la navetta messa a disposizione dall’organizzazione, e ottenuto dal gruppo pacer il mio pacco gara smetto la mia tuta già mezza fradicia per indossar il completo che tra poco sarà altrettanto zuppo. Riceviamo anche palloncini e un po’ di info prima di far la conoscenza del mio compagno di avventura di giornata e incolonnarci verso il gonfiabile in compagnia anche del mio dietologo della sera prima.

Il gruppo della 33 km non è foltissimo, quindi dallo sparo non impeghiamo troppi secondi a raggiungere il tappeto del chip, raccogliendo non troppi secondi da recuperare nei km a venire per allinearci sul giusto passo gara.

When you walk through a storm
Hold your head up high
And don’t be afraid of the dark
At the end of the storm
There’s a golden sky

Ben presto capiamo che non sarà una giornata tanto semplice, perchè alla pioggia si aggiunge anche il vento, che mi fa oltretutto litigare col palloncino da pacer come se fosse un boa costrittore, fino a quando non decide di scoppiare facendomi rischiare l’infarto.

Sarà stato colpito da un qualche cecchino appostato? O semplicemente spinto dal vento contro qualche spina?

Nel mentre il nostro gruppo di marcia si era già andato a definire, quindi procediamo regolari chiaccherando e cercando più che altro di tener alto il morale della combricola vista la giornata, ma dopo neanche dieci km perdiamo una ragazza che inizia a mollare per qualche dolore, e non riesco a riportarla in gruppo.

Walk on through the wind
Walk on through the rain
Though your dreams be tossed and blown
Walk on, walk on
With hope in your heart

Le condizioni son davvero proibitive. La pioggia non molla un attimo, e quando si passa sul ponte del Toce arrivano ulteriori raffiche di vento che ci pungono la faccia come se fossimo dal carrozziere a farci sabbiare il volto.

Continuiamo comunque a procedere compatti e riusciamo tranquillamente a recuperare ogni volta i secondi persi nei vari ristori, dove si cerca anche qualcosa di caldo da bere.

Al sottopasso dell’uscita di Baveno però, dopo 20 km e passa, un altro elemento si stacca e anche qui non si riesce a riportarla in gruppo perchè ormai non ne ha più. Qualche km più tardi il gruppetto si assottiglia ancora e rimaniamo solo uomini in gruppo, risucchiando ogni tanto qualcuno che perde terreno davanti ma che poi non riesce a rimanere in scia.

Arrivati ormai a 30 km, invito un compagno d’avventura a provare l’allungo per testare la forma e riesce ad andarsene, lasciando il solo Antonio con noi due pacer, che però a 1km dalla fine si impianta, forse vittima di un calo di testa, lasciandoci soli dopo aver provato a “tirarlo” con noi.

Ci raggiungerà comunque sotto al gonfiabile dopo quell’attimo di crisi, con ancora forza e spirito per chiedere la standing ovation al pubblico presente al di la delle transenne, prima di infilare al collo una medaglia di finisher che oggi, per tutti, vale doppio.

Walk on, walk on
With hope in your heart
And you’ll never walk alone
You’ll never walk alone
 

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