Naviglio Grande Run 2019 con i Pacers gli Originali

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Robecco sul Naviglio, 16 Dicembre 2018 – Prendi una giornata di quelle fredde d’inverno.

Prendi metri cubi su metri cubi d’acqua in movimento pronti ad innalzare il livello di umidità.

Prendi un cielo grigio di quelli contro cui, nella Manchester degli anni a cavallo tra i ’60 e i 70′, si stagliava la maglia rossa numero 7 di quel diavolo di George Best.

Prendi ora un piumone caldo che ti tiene avvinghiato a se neanche fossi Ulisse legato all’albero della nave. E invece di resistere al canto delle sirene ti troverai si e no ridestato dai fischietti degli altri pacers.

La sveglia precoce è un pugno in pieno viso, al quale risponde scalciando dalle mie viscere il mulo moscovita compagno del sabato sera.

Alzo la tapparella senza ricordare nemmeno che ora sia e…sbam…mi viene in mente Calcutta quando canta:

“Esco o non esco. Fuori è notte. Mangio il buio col pesto, Non mi piace ma lo ingoio lo stesso”

Perlomeno, stavolta, a sentir il silenzio fuori dalla finestra, pare che a differenza delle ultime esperienze non ci sia il vento a complicare le cose nelle gestione di quei palloncini che dovrò trasportare a destinazione per farmi seguire dagli altri runner.

Prendo coscienza, mi inizio a preparare riuscendo a mantenere la lucidità necessaria per pucciare nel caffelatte la brioche e non i calzini e una volta preparata la sacca mi infilo in macchina cercando l’opzione “Lanzarote ore 15.00” sul riscaldamento.

I segnali che mi fanno pensare di aver sbagliato ad abbandonare il piumone si sommano, compresa la cronica assenza di ciclisti, che solitamente non arretrano di fronte a nulla al pari dei Lemmings del giochino anni ’90.

Arrivo comodo a Robecco, parcheggio comodamente a due passi dal gonfiabile che stanno issando proprio in quel momento, e mi fiondo al caldo dello stanzone destinato ai noi pacer come spogliatoio. Incontro due soci dell’Atletica Casorate, Beppe e Angelo, con cui scambiamo quattro chiacchiere cercando di ritardare il più possibile il momento di indossare i pantaloncini e uscire in strada.

pacers-gli-originali-naviglio-grande-runSpillo il pettorale e il dorsale, mi inizio a cambiare, mi spalmo la crema riscaldante del pacco gara che risulterà essere ottima (qua la vendono su Amazon) e dopo esserci dotati di palloncini e aver scattato le foto di rito col gruppo dei Pacers gli Originali usciamo per iniziar a far girare le gambe.

Un altro paio di foto col Team Bortolami che farà il supporto bici ed è ora di mettersi in prossimità della partenza in attesa dello start.

Allo sparo si inizia a cercare il giusto ritmo (io e il mio compagno di giornata guideremo il nostro gruppetto a 5’15″/km) cercando di evitare l’intreccio dei fili dei nostri palloncini mentre corriamo nell’iniziale ressa tra le vie del paese prima di incanalarci tutti lungo il Naviglio Grande, risalendo verso Turbigo con percorso contrario rispetto a quello che settecento anni fa compivano i materiali destinati all’edificazione del Duomo di Milano.

naviglio grande run pacerA Pontevecchio si cambia sponda proprio grazie alla passerella di mattoni e ciottoli che mette in comunicazione i due lati del canale e dona il nome all’abitato. Ricambieremo lato circa al quinto km in prossimità della cittadina di Boffalora, dove viene posto anche il primo ristoro.

A questo punto ci dividiamo con l’altro pacer, così io aspetto chi si ferma al ristoro per poi riportarlo in gruppo con calma. Ne approfitto anche per bere un bicchierino di the “a ufo”, o come si sarebbe detto un tempo su queste sponde, AUF, Ad Usum Fabricae, sigla che contrassegnava i battelli che trasportavano le merci per la costruzione del Duomo e non soggetti a dazi.

Si prosegue recuperando strada facendo alcuni runner rimasti vittime di una partenza troppo coraggiosa o invogliando a cambiar passo alcuni che invece sembrano avere una marcia in più rispetto a ciò che stanno dando.

Arriviamo a Bernate Ticino, segnalata dall’inconfondibile Canonica e dai consueti pescatori che animano la sponda del Naviglio che qui diventa più largo e più avanti si dirama per formare delle rogge per l’irrigazione.

Corriamo con la vista sulla sponda opposta della settecentesca Villa Clerici, e poco più avanti lasciandoci sulla destra il ponte di Cuggiono col vicino lavatoio citato anche nell’albero degli zoccoli.

pacers gli originali banksy styleSi continua a correre nella tranquillità di questo percorso lontano dal traffico e dopo qualche chilometro si iniziano a scorgere da lontano le inconfondibili torri bianche e rosse della centrale di Turbigo. Ci avviciniamo sempre più a questo landmark della cittadina e il placido scorrere dell’acqua diventa più spumeggiante, reso mosso dal passaggio attraverso le turbine della centrale in questo punto dove d’estate gli amanti delle onde vengono a fare surf come su quelle monoonde artificiali create su alcune navi da crociera.

Passiamo la centrale e ormai siamo in dirittura d’arrivo, iniziamo a vedere i volontari che ci direzionano verso una salitella che ci porta verso il centro città lasciandoci alle spalle il nostro corso d’acqua compagno di giornata e, una volta “scollinato” accompagniamo gli ultimi rimasti verso il gonfiabile del traguardo.

La zona arrivo è ben organizzata, con un mercatino natalizio ad animare lo spazio dedicato al ristoro dove trovo qualche bambino a cui regalare i palloncini che mi hanno accompagnato lungo questi 17,6 km di gara.

Bevo qualcosa di caldo e mi fiondo a recuperare lo zaino per cambiarmi e mettermi qualcosa di asciutto e caldo prima di andare a prendere il mio posto sul bus messo a disposizione dall’organizzazione per tornare a Robecco sul Naviglio a recuperare la macchina.

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One thought on “Naviglio Grande Run 2019 con i Pacers gli Originali

  1. Ottimo il servizio che avete offerto! Ho corso con voi e,dopo Bernate,col tuo socio e questa cosa mi è servita a non esagerare col ritmo. Poi pian piano ho allungato perché sentivo di averne e infatti ho chiuso con una media sui 5’11”/km.Grazie e Buon Natale!

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