Sette Campanili Cross Country – La mia prima volta

sette campanili arrivo
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Dopo 102 edizioni della Sette Campanili, finalmente anche io riesco a correrne una.

sette campanili arrivoIl percorso, a pezzi, lo conosco bene, in quanto di scarpa ne ho consumata parecchia per gommare l’asfalto del tracciato di Cavaria.

Mi presento bene a livello di sensazioni, con la speranza di non mollare mai lungo i vari saliscendi, nonostante una richiesta muscolare non indifferente da parte della gara regina della Provincia di Varese.

La giornata è piacevole, non certo di quelle che ci si aspetterebbe in autunno, anche se prima della partenza fa ancora un po’ freschino per quello che mi riguarda e quasi rimpiango di non aver messo una maglia a manica lunga, ma poi ringrazierò di non averlo fatto.

Parecchie son le facce conosciute, diversi ex amici dei tempi che furono da calciatore, e rivedo dopo anni anche William Berni che ci tirava il collo quando c’era da correre senza palla.

Alla partenza rimaniamo un po’ indietro incolonnandoci in prossimità del gonfiabile, e col Cere ne paghiamo le conseguenze alla prima curva col Cere rimanendo imbottigliati e perdendo poco meno di un minuto su quella che sarà la media dei primi km piatti.

Quando Stefania ci raggiunge e pungola nel “traffico” più scorrevole, inizio ad aumentare un po’ il ritmo recuperando terreno su terreno per non venir stoppato nuovamente da una muraglia umana sulla prima scalinata di giornata.

scalinata santo stefano sette campaniliI gradini che portano a Santo Stefano mi fanno salir l’acido lattico fin sulle orecchie e all’obbiettivo di un Di Trani in versione fotografo mi presento già provato e a stento riconosco Lele Angotzi che invece di far fatica con noi ha scelto di incitarci con la sua musica.

Una volta scollinato, le gambe vorrebbero fermarsi, ma bisogna buttarle dopo poco in picchiata verso Oggiona per poi risalir sulle rampe che portano al Campiglio.

Si continua così su e giù con pochi tratti piani fino ad arrivare alla seconda gradinata che porta verso il campanile di Orago, dove la gamba stanca consiglia di camminare per non rimanere ulteriormente imballato.

Arrivato in cima si deve spingere un po’ visto il buon tratto senza grossi dislivelli da coprire.

Ritornano le salite, ma comunque continuo a guadagnare sempre qualche posizione su chi mi precede, spostando costantemente l’obbiettivo più in avanti.

Si arriva nel tratto boschivo, più e più volte battuto e mi sembra quasi di accellerare un po’, sapendo che i tratti più duri ormai sono alle spalle. A metà dell’offroad mib raggiunge il Cere che dopo una prima parte da accompagnatore ora ha alzato il ritmo per finire in progressione e mi invita a seguirlo tirandomi per un po’.

Sul discesone di Premezzo lui e il suo gruppetto aumentano un po’, i scendo con il freno a mano un po’ tirato per paura che si accenda qualche spia in questo tratto finale. La strada spiana nel centro di Cajello dove le traiettore da tenere nelle viuzze le conosco più che bene così come i tratti in cui poi la strada torna a piegare un po’.

Ultimo strappetto dopo i giardinetti di Cavaria e poi si inizia ad andar a tutta perchè ormai è tutta piano il percorso.

Dentro e fuori nelle strade cittadine all’ombra dell’ultimo campanile e ancora alcune posizioni scalate. podio donne cavariaFinalmente sento in lontananza la voce di Basoli mentre i più forti ci vengono incontro nel loro defaticamento. Ultima curva, si entra nel centro sportivo col benvenuto di Omar Spoti anche lui armato di fotocamera e col passaggio sul campo da calcio si passa finalmente sotto al gonfiabile per chiudere la mia prima Sette Campanili.

Mentre rifiato e chiacchiero un po’ qua e la attendo Stefania che dopo le edizioni corse da bambina è tornata anche lei a calcar le strade di casa e quando giunge al traguardo, le comunicano di essere seconda donna di Cavaria, quindi sale sul podio della Sette Campanili, obbiettivo di giornata prima dello start.

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