GDV 2017 – Casteletto Ticino

Condividi

L’estate è una festa di colori, dall’azzurro del cielo, al verde degli alberi, il multicolore di fiori e frutti che riempiono occhi, piatto e pancia.

Castelletto, come ogni anno di questi tempi, si riempie invece dei colori delle maglie della carovana del Giro.

p2348880172-o257249290-5Il sole dorato di questi giorni mi ha smollato le gambe, rendendomi più fiacco di quello che già ero a livello di forma, soprattutto dopo che a Quinzano le salite mi han fatto vedere i sorci verdi. Con queste premesse, per la strana tappa di Castelletto, la vedo grigia: si parte forte in discesa per poi affrontare quella che la Fede Caporali, se fosse presente a questo appuntamento, definirebbe “Stairway to heaven”, senza contare che allo scollinare però manca ancora 1 km da percorrere a tutta.

Stefania si presenta allo Stage 3 con scarpe e canotta in pendant ciclamino, da far invidia alla Barbie Runner. Saranno rosee anche le aspettative per il tracciato saliscendi?

Ci si scalda (come se non bastasse la canicola) e ci si va a imbottigliare nella sauna naturale di corpi in temperatura da gara, nella stretta partenza in curva e controcurva.

20.30, bang, una nuvoletta di fiumo biancastro esce dalla pistola dello starter e prima che si diradi nell’aria siamo già a mulinare veloci le gambe. Schivo in curva un runner in maglia azzurra che rischia di cadere e riprendo a spingere, aumentando il passo quando il rosso-mattone dei sanpietrini lascia posto all’antracite dell’asfalto.

Le gambe non girano quanto vorrei, e capisco che la cura di succo di barbabietola, a parte farmi cantar “Purple Rain” quando vado a far pipì, aiuterà anche, ma non fa miracoli.

Quando inizia la parte di lunga discesa, mi svernicia Kostia, con le sue Li-Ning giallo fluo. In discesa va il doppio rispetto a me e non provo nemmeno a stargli dietro, mica di vedermi lampeggiare prima del previsto la spia rossa della riserva, con ancora il “dente” da scalare. Come l’anno passato, supero il Dorigo, maglia nera del giro, prima dei tornantini che portano al tratto lungo il fiume.

Perdo un po’ di ritmo sul falsopiano sterrato, ma quando inizia la fatidica rampa, sento la voce del mio patata-guru Rondinelli, che mi si affianca con la sua divisa arancione e mi detta il ritmo in salita, aiutandomi a non soffrirla troppo. Proviamo ad allungare nel finale, con Antonio che accellera e poi mi invita a seguirlo, giochiamo al gatto e al topo (o alla topa?) e quando si arriva sul pavè provo ad attacare un po’ per guadagnare qualche secondo sul secondo della mia classifica che mi era al fianco allo scollinamento, guardo con la coda dell’occhio e vedo qualche metro tra me e lui, insisto con le ultime forze, calpestando i sanpietrini con la grazia di un elefante sulle uova. giro del varesotto castelletto ticinoFinalmente si avvicina il gonfiabile, ma sull’arrivo mi vedo passare dal rivale di classifica. Uno sprint non certo pari a quello di Bianco che precede Soffientini nel giro dei top, con quest’ultimo ora a 4 impercettibili centesimi di secondo dal sogno rosa.

Pazienza, ora si rifiata per una settimana dopo la “campagna del nord”, con i muur di Besnate, l’elettrocardiogramma in stile Liegi-Bastogne-Liegi di Quinzano e il pavè di Castelletto che fa il verso alla Roubaix. Speriamo che il riposo porti un po’ di freschezza nelle gambe e che le tappe veloci mi diano magari qualche soddisfazione in più….o, se non altro, qualche sofferenza in meno.

(Visited 72 times, 1 visits today)

Condividi