GDV 2016 – Castelletto

Condividi

gdv2016_castelletto9Quando Ronnie tornò abbracciando un fascio di legna da ardere, il Teo aveva già disposto l’esca di rametti e foglie secche al centro di un anello di pietre dopo averci fatto una lezione di geologia sulle pietre focaie e come ricavarne scintille per il fuoco.

Disposti i ceppi per il fuoco ci accorgemmo subito che la teoria del Teo superava qualitativamente di gran lunga la su abilità di fuochista, e il Basoli rimediò estraendo dalla tasca un accendino che in un click fece alzare in breve una bella vampata dalle foglie per far ardere i legni portatici dal nostro compagno dalle gambe dipinte.

Basoli iniziò in breve a raccontarci della temibile Castelletto, una tappa in cui, dopo aver spinto per tre km e mezzo su pavè reso scivoloso dalla pioggia e asfalto, si arrivava sulle sponde del ticino, nel parco il cui fondo sterrato era reso più lento dalle piogge dei giorni precedenti e si doveva anche zigzagare tra le pozzanghere.

A quel punto, dopo aver testato il grip delle scarpe su vari fondi, si arrivava finalmente al cospetto del Mortirolo di Castelletto, la salita capace di far selezione anche tra i top.

Prese parola il Teo, per raccontarci come proprio quel punto gli costò il ruolo di gregario nel terzetto di moschettieri dell’Atletica Palzola, ma mentre raccontava la sua gara di quel giorno fu interrotto da una voce da lontano: “Hey, ragazzi, hey…si griglia qui?”.

Era Spuffy, convinto che stessimo arrostendo della carne al fuoco: “Ragazzi che fame…quella infermiera è una dittatrice, io non ce la faccio ad andar a letto tutte le sere con verdure bollite e purè. Senza nemmeno una birretta! E dovrebbe aver compassione, era una di noi una volta. Che poi, di sacrifici mica ne faceva lei, avesse mai fatto una ripetuta”.

Appena notò il ragazzetto cambiò espressione, ritrovando un sorriso velato tuttavia da malinconia “Hey, quella canotta…..Beh, ciao, io sono Andrea. Tu corri? Anche io da giovane ci provavo”.

“Ah beh….se ci provava lui – intervenni – cosa dovrei dire io? Sai, mentre questi qua ti vengono a raccontare che soffrivano immagina cosa potevo provare io – dissi al ragazzetto- questo qui quando arrivavo io era già cambiato, ahah”.

gdv2016_castelletto4“Castelletto era una delle mie tappe più temute, era come correre al rovescio, dovevi risparmiarti nella parte veloce per cercare di star al passo poi. Io ricordo che invece contro ogni consiglio datomi, quel giorno provai ad attaccare subito, a mio modo. Dovevo recuperare una trentina di secondi, quindi sapendo che in salita ero davvero pessimo, provai ad andar  forte in partenza, sperando che il mio diretto avversario, partito indietro rispetto a me, venisse risucchiato in un bel tappo nell’iniziale tratto tra i vicoli stretti. Fatto sta che a metà del parco ero già in crisi e la salita mi piantò le gambe peggio che Berzin sul Mortirolo quello vero. Da li all’arrivo, quel giorno, schiaffoni da tutte le parti e svantaggio raddoppiato a fine tappa.”

A quel punto sentimmo ancora quella voce dal bosco e riflessi di luce sul verdastro: “Hey hey, cos’è quella luce? fuocherello o strobo? si balla?”

(Visited 27 times, 1 visits today)

Condividi