La serata è calda, a differenza del bel fresco ideale per correre della sera precedente, e ci sarà da sudare un bel po’, quindi me ne parto bello tranquillo al fianco del Mancio ben dotato di integratori, anche se in un contenitore un po’ inconsueto.
Percorriamo il giro di pista iniziale in compagnia, poi provo ad alzare un pelo il ritmo, ma il dolore si fa sentire parecchio ed invidio Chiara F. che oggi si è presa un turno di riposo e dopo le foto di rito ora sarà a sbevazzarsi una bella birra fresca mentre a noi tocca il lavoro sporco.
Superare il primo cavalcavia a circa un km e mezzo mi sembra un’impresa biblica degna dell’ascesa al monte Sinai, ma fortunatamente ad attendermi sulla rampa, anzichè dieci tavole di pietra da trasportare per il resto della gara, mi attendono solo un paio di scatti fotografici del buon Arturo Barbieri, prodigo di incoraggiamenti come un Dio misericordioso.
Fortunatamente il resto del percorso è quasi tutto in ombra, e quando i rami si diradano per lasciare nuovamente spazio agli ultimi raggi di sole della serata, è già ora di scendere dal secondo cavalcavia in allungo per concedersi il rientro al centro sportivo, giro di pista e arrivo.
