Corsa in trincea

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In quel di Cassano Valcuvia corre un tratto della famosa «Linea di difesa alla Frontiera Nord», ideata per scongiurare una potenziale invasione dei nostri territori ad opera dell’esercito tedesco attraverso la neutrale Svizzera, detta anche linea Cadorna, dal nome del generale che ne guidò la realizzazione nel 1915.

Questa linea di difesa comprende diverse trincee attraverso le quali si snoda il percorso tracciato ogni anno dall’Atletica 3V in occasione del Vibram Trincea Trail, che quest’anno prevede solo il percorso corto, denominato “Corsa in Trincea”, e facente parte del Grand Prix nelle Montagna Varesine.

Se il podista da strada, galoppa veloce lungo la striscia d’asfalto come la cavalleria americana, a dorso dei Mustang, nella prateria del lontano ovest, lo skyrunner, uomo di montagna, deve suddividere la propria fatica in attesa e attacco, come un uomo di trincea che deve pensare prima a difendersi per poi assaltare il nemico.

Presentatici armati solo dei nostri muscoli e di sudore da versare lungo i 600 metri di dislivello lungo le opere del generale Cadorna, ci siamo posti sull’attenti in attesa che venisse dato inizio alle ostilità.

La partenza vedo uno sparuto manipolo di arditi, me compreso, provare un assalto sfruttando l’iniziale inclinazione non impervia del percorso, che ben presto però, una volta superato il piccolo centro abitato, inizia ad aumentare sferrando colpi di baionetta ai polpacci tesi per lo sforzo.

In men che non si dica ci troviamo in trincea, in cerca di appoggi saldi per i piedi più attenti a non scivolare sulla pietra bagnata che a spingere in cerca di gloria, con il medesimo attegiamento della stirpe italica in guerra, più attenta a non perdere che a vincere.

I cunicoli scavati dalle mani strappate ai campi e ai vigneti durante la guerra si alternano a passaggi in piccole grotte, si sale e si scende su sdrucciolevoli scalinate scolpite nel cuore della terra e si sale, si sale lungo i 600 metri di dislivello che ci portano fino al punto più alto raggiunto dal tracciato.

La salita sterrata mi vede soffrire, stringere i denti, ma recuperare qualche posizione persa nelle trincee a causa degli appoggi incerti.

La discesa successiva, ripida e tecnica lungo i sentieri di ciottoli sdrucciolevoli mi vede però passato da parecchi avversari di giornata, per colpa di un passo estremamente incerto che mi vede più lento in discesa che in salita, più attento a non farmi baciare le terga in un sonoro scontro con la dura pietra che a far girare le gambe in cerca di gloria.

Quando finalmente la discesa termina e ci riaffacciamo sui sentieri provo a recuperare un po’, ma il gruppetto col quale procedo sbaglia strada e perdiamo un paio di posizioni. Successivamente aumento il passo ma quelli che pensavo essere tre km a mia disposizione per recuperare, sono in realtà un km scarso che non mi permette di guadagnare molti punti.

Runner di tutt’altra caratura in discesa invece si rivela Stefania, che si lancia sulle discese come un falco sulle orme dei runner che la precedono, recuperando parecchie posizioni prima di tagliare il traguardo davanti al Massa che solitamente la precede.

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