3^ SCAP

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La giornata dei dubbi.

Il primo dubbio che ci ha assillato fino alla tarda notte di sabato, tra un panino megasize e una birretta, è stato quello di dove correre questa domenica, alla staffetta organizzata con maniacale passione dal bravissimo Marcandalli? All’inedita Zoo Run, dal percorso sicuramente suggestivo? Alla decantata Stralunà? O alla SCAP di Binago, salita agli onori della cronaca per la visibilità donatagli dalla Gang degli Atleti Disagiati, pagina satirica di atletica leggera.

Optiamo infine per la SCAP, tirandoci a lustro per non sfigurare nel caso in cui Carlo Conti avesse accettato l’invito degli organizzatori presenziando tra microfoni e telecamere.

Ecco, il secondo dubbio di giornata è: perchè Carlo Conti? Perchè non una D’amico, donna di sport, o una delle varie signorine della mediaset sportiva.

Fatto sta che ci ritroviamo ad indossare il pettorale alquanto artigianale della competizione e ci dedichiamo a un sopralluogo del tracciato che sin dai primi metri lascia capire che oggi non sarà gara da gente schizzinosa, e lo farò presente prima della partenza a un podista, a dir poco temerario, certo di poter correre questo mini trail con dei sandali di gomma.

Arriva il momento dello start e nei primi e unici 100 metri di asfalto capisco che le gambe risentono delle sere precedenti, cerco quindi di tenermi nel gruppetto di testa, speranzoso che qualcuno ne abbia meno di me e molli il colpo o abbia esitazioni tra fango, pozze e guadi vari. Le distanze invece, almeno tra me e chi mi precede, rimangono sempre invariate, fino a una discesa sassosa dove timoroso come sempre perdo terreno che però recupero successivamente fino all’attacco della salita più dura di giornata.

Ecco il terzo dubbio: provare a spingere oppure risparmiare le gambe cercando di raggiungere i miei diretti concorrenti allo scollinamento? Cerco di risparmiare le poche forze ma non mi rimane comunque molto gas da dare per azzerare lo svantaggio, e al traguardo accuso qualche secondo di distacco che mi vale il primo posto di giornata fuori dai premi.

Rifiato e attendo i compagni di spedizione. La prima ad arrivare è la Ste, seconda donna di giornata, spinta probabilmente durante i 5 km di gara più che dalle proprie gambe, dalla propria mente col pensiero fisso sui cesti alimentari per le premiate. Dopo poco arriva anche il Banderas e andiamo tutti a metterci qualcosa di pulito.

Il ristoro non è degno della rusticità della corsa, ma le premiazioni sono davvero abbondanti e mi mangio le mani per quella manciata di secondi che mi tiene lontano dal gradino più basso dell’ampio podio, ma almeno non mi perdo la foto premiazione con quel Carlo Conti assente ingiustificato. Stefania invece torna a casa a mani piene con il suo cesto barattato col buono da 50 euro che le sarebbe spettato e la coppa della seconda donna di giornata (anche se sicuramente avrebbe preferito la coppa-insaccato).

Tirando le somme bisogna dar merito a Stefano Frescoli di aver allestito una bella garetta su un percorso davvero piacevole e allenante, reso probabilmente più suggestivo dalle piogge dei giorni precedenti, che anzichè aver creato problemi, a mio vedere, hanno reso il tracciato un mini trail “cazzutissimo”. Il ragazzo è stato capace di attrarre amici anche da Lecco per partecipare alla sua gara. Gli auguro quindi di migliorare di anno in anno la qualità dell’evento.

Infine ancora mi assilla l’ultimo dubbio su questa gara. Ma per cosa sta SCAP???

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