2^ Stracanonica

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“Scelti da chissa’ che mano
per esser buttati in mezzo alla nebbia
con chi alla nebbia s’e’ gia’ rassegnato
ed ha spalle curve e vestiti umidi
Corse finite al mattino
col cuore che batte in un mucchio di sabbia
su fette d’asfalto dal fondo ceduto
due lepri ogni tanto si fermano li’
si fermano a urlare:
siamo qui
angelo della nebbia.”

Giornata fredda, ma il sole fa capolino da lontano mentre lo inseguiamo lungo la superstrada verso Busto dove abbiamo appuntamento con gli altri Rundagi, coi quali andremo alla conquista della 2^Stracanonica, a bordo della sauna a 4 ruote dove Chiara e il Piccolo Lord duellano a colpi di regolazioni del riscaldamento con Chiara che la spunta impostando una temperatura pari a quella che padre Colm O’Connell si trovò a fronteggiare quando giunse nella valle del Rift, con ancora indosso il colletto bianco da prete anzichè il berretto da coach.

Consapevoli che la canicola all’interno dell’abitacolo non ci renderà di certo più simili ai talenti di Iten, ci immergiamo nelle nebbie che circondano i campi attorno a  Bernate Ticino, timorosi del colpo di freddo che ci raggiungerà non appena avremo aperto le portiere.

Arrivati in abbondante anticipo e ritirati i nostri pettorali notiamo come l’escursione termica tra auto ed esterno abbia agito sul Piccolo Lord al pari di un fungo allucinogeno, calandolo più nel ruolo di Jane Fonda istruttrice di fitness sugli schermi tv anni ’80 che in quello di Haile Gebrselassie, tanto da iniziare un riscaldamento alternativo al ritmo di “cinq-sei-sette-otto”.

Il tempo per trovare un po’ di calore interiore è comunque poco, e ci dirigiamo subito verso la partenza, nei pressi della Canonica, dove lo sparo non tarda ad arrivare.

Partenza con subito un piccolo dislivello da superare a freddo e poi svolta a sinistra per portarci sulla sponda del naviglio. Il percorso è suggestivo, costeggiamo il corso d’acqua di Leonardiana fattura mentre la nebbia inizia a inghiottire la testa del serpentone, quasi fosse un mostro di Lokness multicolore che sfugge agli scatti curiosi dei vari Arturo Barbieri e Dario Antonini.

Io tallono Kostia sperando che mi porti a centrare un nuovo personale sui 10k come avvenuto sui 5 in quel di Lonate, ma la fatica è parecchia e offusca la mente così come la nebbia cela i passi dei podisti dinanzi a noi. Tengo tuttavia il suo passo fino a metà gara dove una stringa mi costringe a fermarmi per riallacciare la scarpa e perdo contatto con la mia lepre, e forse per il pit stop forzato, forse per l’assenza di un obbiettivo fisico da tenere nel mirino, perdo il ritmo e rallento fino a fine gara, consapevole che non avrei comunque potuto centrare l’obbeittivo sperato, vuoi per le gambe ancora un po’ imballate da domenica, vuoi per le varie salitelle che spezzavano il ritmo.

La giornata si rivela comunque fortunata in quanto Stefania si aggiudica la seconda piazza di categoria e viene premiata direttamente da Claudia Gelsomino (ipotetico passaggio di consegne in casa Palzola? ahahah)

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