1ˆ Batrun

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Se svolazza il pipistrello, è segno di tempo bello.

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Cielo azzurro terso, di quelli che rappresentano il giusto sfondo per profonde  pennellate di verde primaverile. Se ne era reso conto anche Bill Gates.

Ci siamo quindi detti che in una giornata così bisognava andarlo a scrutare da più vicino, vedere se ci fosse qualche piccolo puntino bianco nella distesa celeste che ci sovrastava.

Ovviamente , bisognava farlo a nostro modo, quindi siamo andati a fare la prima esperienza di corsa in montagna, con la Batrun, corsa in passato nota col nome di Gromerun, una scalata di 7,5 km dal lago di Varese alla grotta del Remeron, sfidando la gravità per 514 metri di dislivello positivo.

La logistica prevede di raggiungere in auto la zona della colonia elioterapica di Barasso, o meglio il parcheggio sottostante, nel quale vediamo un paio di volti noti.

batrun2Parcheggiata l’auto si sale a piedi lungo un sentiero ciottolato per raggiungere l’edificio che ospitava la colonia, dove è stato allestita la raccolta iscrizioni.

Con un pettorale in nostro possesso riscendiamo al parcheggio per attendere il pullman che dovrebbe riportarci in zona lago per la partenza. Dico “dovrebbe” in quanto il pullman non arriverà mai, complice una foratura.

Ci avvisano dell’inconveniente quando ormai dovremmo essere sulla linea di partenza, e ci fanno raggiungere Groppello con mezzi propri. Siamo una quindicina di persona e ci dividiamo in tre auto, senza nessuno a farci da guida o ad attenderci, tanto che quando arriviamo in prossimità della partenza vediamo sfilare il gruppo di runner già partiti senza attenderci.

Ok, parcheggiamo e prendiamo la strada da soli, in quattro, senza spirito agonistico ma vivendo la giornata come una scampagnata a passo allegro.

I primi due km sono pianeggianti, poi pian piano inizia qualche single track e si vede la coda del gruppo regolare.

Presi un paio di camminatori, la strada inizia a salire e decido di provar a rendere il passo un po’ più allegro per trasformare la giornata deludente almeno in un buon allenamento. Un paio di sgasate su alcuni tornanti di bitume e vengo fermato dalla polizia locale: è Marco Isabella che indossa la divisa d’ordinanza anxichè quella dell’Atletica Casorate. Facciamo due chiacchiere e riparto all’inseguimento dei tapascioni che mi precedono, passando per i suggestivi punti del parco di Villa Tatti, il ciottolato di via Streccione che termina nella piazza animata da curiosi e dalla banda di paese.

Sono gli ultimi punti animati prima di entrare nel parco del Campo dei Fiori, dove la strada prima diventa sentiero sterrato e poi diventa una erta a tratti camminabile più che corribile.

Guadagno ancora qualche posizione , sapendo che comunque il mio handicap di giornata era di quasi otto minuti. Prima di giungere all’arrivo incontro i vari gruppi dei primi che tornano verso la colonia elioterapica, raggiungibile da una diramazione del sentiero più in basso.

Chiudo finalmente in 50’22”, contento innanzitutto per la tenuta della gamba, dove il brutto taglio di sabato in bicicletta non ha dato particolare fastidio.

Penso che più di un paio di minuti avrei potuto rosicchiarli partendo forte nel primo pezzo in piano, avendo lo stimolo della gara con partenza i gruppo e senza un paio di soste da gita domenicale lungo il percorso.

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