Weekend “dei laghi”

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Acqua di monte
Acqua di fonte
Acqua che squilli
Acqua che brilli
Acqua che canti e piangi
Acqua che ridi e muggi
Tu sei la vita
E sempre sempre fuggi
(Gabriele d’Annunzio)

25 Aprile, festa della Liberazione. Festa in cui dovremmo essere grati di essere stati liberati dalle oppresioni di regime anzichè vivere in un paese da cui scappare per non perire, come Samia Yusuf Omar, morta nel mar Mediterraneo in cerca di un paese dove poter semplicemente correre, cosa che le veniva impedita dall’integralismo vigente nel suo paese, acqua che un tempo era sorgente di vita ed oggi rimbalza sulle cronache come luogo di morte.

Samia è stata ricordata in una gara sulle sponde di un altro bacino, il lago di Comabbio, in una gara di 12 km, dove si è cimentato il Banderas senza mulino e in una camminata di 5 km dove io ho invece ho trascinato la mia gamba malandata.

26 Aprile, ricorrenza del disastro di Chernobyl, dove le alte temperature del reattore 4 non erano più controllabili e l’acqua dell’impianto di refrigerazione iniziò a scindersi in idrogeno e ossigeno innescando una forte esplosione.

Acqua che non ha contenuto nemmeno la passione di chi si è cimentato lungo i 26 km sulle sponde del Lago d’Iseo da Sarnico a Lovere in questa domenica piovosa di fine Aprile.

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