I Tre Campanili, mi lö faja

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I Tre Campanili marchiroloMARCHIROLO, 9ª I Tre Campanili – Cosa spinge una persona ad alzarsi di buonora di Domenica, il giorno in cui anche Dio stesso decise di tirare i remi in barca e concedersi un meritato riposo? La voglia di sentirsi baciato dal sole anzichè sonnecchiare all’ombra delle coperte?

Perchè rinunciare al sapore del caffè appena risalito gorgogliando nel filtro della moka, mentre nell’aria già si stagliano gli odori dei pranzi domenicali del vicinato? Per la sete d’avventura e la ricerca continua di una sfida?

Non so, forse per il semplice fatto di aver ormai puntato la sveglia e di non aver trovato messaggi di defezione di Stefano per nulla provato dalla Resegup del giorno prima e di Pera piegato dalle poche ore di sonno, caricati già a molla dalla fame di endorfine.

Preparazione in stile fantozziano, con movimenti sincroni rapidissimi, ma purtroppo mi tocca pure guidare invece che involarmi a prendere l’autobus al volo. Con Pera arriviamo al pelo in quel di Marchirolo, con giusto un po’ di tempo per iscrizioni, riscaldamento blando e saluto al Bubble e ai tapuloni Virgilio e Antonio sempre presenti quando c’è da far fatica.

I Tre Campanili mi lo fajaLa partenza della 9ª Tre Campanili dovrebbe essere un giro di lancio nel borgo, ma più che lanciarmi, mi mette al gancio, visto che è tutto un su e giù da correre a buon ritmo per non perder terreno. Si passa poi da una gradonata per dirigerci verso la scalata al monte La Nave, che da subito si mostra bella tosta.

Memore del racconto di Raimondi sulla I Tre Campanili dell’anno precedente, sostituisco la corsa blanda col passo dell’alpino, perdo qualche metro da Pera e, mentre salgo nel bosco velato da una nebbiolina mi appare da lontano una figura, più in alto rispetto a me.

Una visione mistica creata dallo sforzo? No, è Rondinelli forse vittima di una partenza a bombazza delle sue. Da lontano lo incito con un grido di battaglia in stile alpino: “patata!”. Non accenna ad alcuna risposta ma mastica un “vaff…” e inizia a spingere a tre gambe per distanziarmi.

arrivo I Tre Campanili 2017Quando si giunge allo scollinamento si apre un bel panorama sul lago di Lugano, ma purtroppo non ci si può fermar a farsi un paio di Spritz perchè inizia la discesa ripida e tecnica, oltre che scivolosa.

Come sempre in questo tipo di terreno, perdo parecchie posizioni, con runners che mi passano sulle orecchie da entrambi i lati, quando finisce la pietraia provo ad aumentare il ritmo ma comunque ho preso parecchio distacco nei punti più tecnici e non riesco a guadagnare posizioni e punti per la classifica del GP.

“La prima salita di giornata brucerà nei polmoni e nei polpacci, poi romperete il fiato, troverete il vostro ritmo, dimenticherete il peso dello zaino sul dorso e sulle spalle, per farvi tutt’uno con l’idea di andare.
È come una danza e una preghiera, come una musica senza parole che segue il respiro antico del mondo, libera la mente dall’inessenziale e lascia spazio ai pensieri sulle cose ultime.
È una sospensione e uno stato di grazia, è come essere di nuovo ragazzi e, allo stesso tempo, vecchi come potevano essere vecchi gli uomini della vostra età nel Medio Evo.
Ogni tanto fischiettate, ogni tanto improvvisate una melodia che riemerge spontanea dai baratri della memoria, ma il domino dei vostri pensieri non s’interrompe. Vi accompagna, anzi, vi sospinge e vi tiene a galla”.

(Da “Il sogno del drago”, Ponte alle grazie – CAI, 2017)

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