Mezza Maratona di S. Gaudenzio

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..e la verità è che nessuno ti regala niente.. Nemmeno S. Gaudenzio..

Ste

In realtà, non è proprio vero, perchè alla Mezza di San Gaudenzio il piatto è sempre ricco.

A cominciare dal pacco gara, dove quest’anno si sono superati, abbinando a una confezione di riso e una di gorgonzola anche una tuta completa, anzichè la solita maglia ricordo.

Piacevole sorpresa, anche il cambio della medaglia, che negli ultimi anni era sempre la medesima, seppur di materiali differenti.

Ovviamente uno dei pezzi forti è sempre il ristoro, per il quale ci si sposta dal palazzetto dello sport al bocciodromo, interamente dedicato al “recovering” post gara.

I tavoli con frutta, acqua, the caldo, vin brulè, biscotti e fette biscottate con marmellate non sono presi particolarmente d’assedio in quanto l’attenzione dei più è concentrata sulle code che conducono al risotto al gorgonzola e alla spillatrice della birra.

Ma ovviamente, questo è solo il contorno, perchè in realtà ci son anche 21km da correre per meritarsi tutto questo.

Alla partenza da casa registriamo le prime defezioni, tra cui quella della Ferrari, a cui la febbre nel giorno post-compleanno ricorda di non essere più una ragazzina, e la tiene a letto mentre noi pecorriamo, in direzione Novara, strade di brughiera imbiancate dalla gelata notturna, con un termometro che segna -6.

Un sole rosso sorge dinnanzi a noi

Diego

Un Bandera poetico cerca di scaldarci gli animi mentre ci avviciniamo alla destinazione di giornata, con la speranza che la colonnina di mercurio abbia un’impennata e il vento non si azzardi a far capolino tra le risaie dove si snoderà il serpentone di runners.

Il rituale è sempre il solito, ritiro pettorali dove incontriamo Tommaso (che viene a “scaricare” i 39 km della Lago d’Orta di una settimana fa), vestizione, breve, anzi brevissimo riscaldamento e via verso il gonfiabile, con l’obbiettivo di portare la Ste ad acciuffare a fine gara quei palloncini arancioni da 1h45′.

Allo sparo, io e il Massa la scortiamo e ci mettiamo a infilare un km dopo l’altro col metronomo, regolari appena sotto i 5’/km guadagnando qualcosina sui pacer. L’idea iniziale sarebbe quella di aumentare un po’ ad ogni quarto di gara, ma i lunghi stop che han tenuto me e il piccolo Lord al palo per un po’ e la mancanza di lunghi sostanziosi nelle gambe della Ste ci consigliano di procedere regolari.

La vista, grazie alla giornata serena, spazia lontana e ci permette di ammirare i monti innevati che fungono da quinta scenografica per la nostra giornata sportiva. Anche gli automobilisti incrociati in alcuni tratti di strada sembrano stranamente sereni, e non danno il via ai consueti caroselli di protesta coi clacson quando gli viene chiesto di darci la precedenza, ma anzi, osservano in rispettoso silenzio.

Il passo regolare viene interrotto solo dal passaggio ai ristori e in due piccoli dislivelli da coprire, al secondo del quale io rallento per restare con la Ste mentre il Massa rimane incollato al gruppo dei pacer.

Rifiato un po’, noto che le gambe nonostante siano andati ormai 374 di gara tengono e finalmente ho quasi digerito la cena della sera prima che mi ha tenuto sveglio a rigirarmi nel letto per due ore prima di concedermi un po’ di riposo in vista di questa mattinata.

Provo a convincere la mia lady a trovar un po’ di energie e riportarci sotto ai palloncini ma a quanto dice non ne ha più, al che negli ultimi 4km provo a testare un po’ le gambe e vedere se riesco a recuperare io il minuto abbondante che abbiamo lasciato per strada.

Mi concedo una accelleratina nella speranza di non scoppiare per il cambio passo e recupero lo svantaggio, supero i pacer nell’ultimo rettilineo e affianco il Massa sul “blue carpet” per la passerella d’onore tra l’Antonini e l’Arturo prima di farci mettere al collo la medaglia dei finisher.

Ci fiondiamo subito nel palazzetto dello sport per non rimaner senza la nostra taglia di tuta e mentre siamo in coda ci raggiunge la Ste. Andiamo a cambiarci e poi via verso il meritato risotto, dove incontro qualche compagno dell’atletica casorate (tra cui uno Zandri anch’egli vittima di una notte insonne ma con un pauroso 1h17′ di cronometro registrato) ci raggiungono il Ferdy alla sua prima mezza a cui non doveva nemmeno partecipare ma alla quale l’ho tirato dentro per “i capelli” (chiusa in un tempo ottimo, a 1h20′) e il Bandera. Presenti ovviamente i mezzanesi, quest’oggi capitanati (al ristoro) da un insaziabile Samu.

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