Accendo il telefono nella speranza di trovare solo defezioni dei Rundagi ma leggo un Bandera in versione Aldo Rock e decido di meritarmi una colazione post 12k del Bradipo Zoppo.
Diverse facce note, saluti, un paio di giri di pista di riscaldamento con la Andrigo e Di Trani e via al gonfiabile.
Decido di fare il trenino con Kostia che si raccomanda di non tallonarlo a distanza ma di far un po’ di cambi a tirare.
Si parte tranquilli, optiamo per un medio senza infamia e senza lode che permette di scambiar qualche chiacchiera durante il percorso.
Dopo un paio di km sorpassiamo il “pirata” Airaghi, costanti come un metronomo fino all’arrivo della prima salita di giornata, con una rampa erbosa al termine della quale l’Arturo è pronto a cogliere ogni smorfia di sofferenza col suo obbiettivo.
Inizia la parte di corsa sterrata e il ritmo cala notevolmente, per via dei zig zag tra le pozze, i guadi, gli strappetti e discese tanto scivolose da dover essere attrezzate con corde per essere affrontate.
Quando finalmente usciamo da campi e boschi in un misto di sudore, acqua e fango, proviamo a riprendere un po’ di ritmo sull’asfalto, vedo che le gambe girano ancora e provo un piccolo allungo fino all’ingresso in pista e passaggio finale del gonfiabile in 36ma posizione, seguito a breve dal compagno di giornata Kostia.
Prima esperienza al Bradipo Zoppo nella corsa lunga dopo i 5k camminati dell’anno scorso, dove zoppo non era solo il bradipo ma anche io, con una bella ferita ancora in via di guarigione. Sicuramente espeienza positiva per organizzazione, percorso e seguito di runner…oltre che per le foto del buon Arturo Barbieri.
