GDV – Fight for pink

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Ciao -mi disse il ragazzetto, mentre col resto della combricola percorrevamo a passo lento il vialetto sterrato, illuminati dagli ultimi bagliori infuocati del giorno che stava per darci l’arrivederci.

Mi girai, con la flemma dei miei anni, in direzione di quella voce squillante, e la prima cosa che notai furono le sue scarpe, le medesime che anche io avevo posseduto ai tempi in cui cercavo di muovere il più rapidamente possibile un passo dietro l’altro.

Aveva quell’età in cui le tue gambe ancora risultano agili e potenti per le spinte sui pedali di una bicicletta, prima che il tuo ego ambisca ad essere comodamente seduto dietro ad un volante.

Anche gli altri si girarono, e notai un bagliore negli occhi di Ronnie quando scorse la canotta rosa shocking che copriva il petto senza peli del ragazzetto.

“Sapete, – esordì il ragazzetto con al voce tremante – sono un runner, e mi hanno detto in molti che voi ne avete percorsi parecchi di km con le vostre scarpette anni fa. Chissà quante storie avreste da raccontare.”

Questa frase ridestò il basolone dal suo torpore, sciogliendogli di colpo la lingua come ai bei tempi, ed iniziò a sommergere il fanciullo di parole.

Il ragazzetto si mise sull’attenti come un bambino dinnanzi all’albero nel giorno della vigilia, pronto a dar sfogo a curiosità ed emozioni.

Fu così, vedendo quegli occhi carichi di interesse, che decidemmo di fare un tuffo nel passato, pronti a tornar giovani a nostra volta, guidati dalle parole di colui che accompagnava le nostre imprese quando la nostra andatura non era così claudicante.

Seduti che fummo, ciascuno dei quattro con a fianco la propria torcia piantata su un palmo di terra tenera, il Teo abbracciò le gambe al petto e volgendosi a guardare il se stesso dei tempi in cui era quasi maggiorenne, invitò il Basoli a cominciare…

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