GDV 2016 – Casorate Sempione

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Scomparsa nel buio la voce dell’infermiera Stefania, sguinzagliata da Madame Claude alla nostra ricerca, potemmo far ritorno al nostro focolare ormai destinato ad esaurirsi in breve tempo.

Il Basoli gettò l’ultimo ceppo di legno rimastoci, per ravvivare la fiamma, e tornammo a sederci in attesa dell’ultimo racconto del nostro compagno.

“Casorate era da sempre la tappa finale del giro, disse con l’occhio lucido (non seppi mai se per la nostalgia di quei tempi o per il fumo alzatosi dal fuoco a causa del ceppo un po’ umido).

Al centro sportivo di Via Roma c’era sempre, in quella serata di metà Giugno, un’atmosfera mista di euforia e malinconia, come nell’ultimo giorno di un lungo ponte per le feste natalizie.

gdv_casorate1Un migliaio di maglie multicolore si era incanalato, man mano che l’orario di partenza si avvicinava, all’ombra degli alberi nei pressi del gonfiabile, animando la lunga via col proprio vociare fatto di racconti sulle tappe precedenti e speranze per quella che stava per iniziare.

Il rumoreggiare della folla venne zittito però dallo stridio di una cornamusa che acuì la malinconia che aleggiava sui runners. Il suono dello strumento aveva preceduto di poco la comparsa del Runner Mascherato, in alta uniforme scozzese, con tanto di lembo di tartan che, per mia diretta testimonianza, confermata dal mio fido compare Maltagliati, era l’unica barriera visiva a protezione delle nudità.

Sembrava la celebrazione di un funerale di un alto ufficiale, di quelle che si vedono nei film. Ma quando, dal microfono, io e Andrea  demmo l’ordine di ‘caricare, puntare, fuoco!’, lo sparo dello starter tolse subito quel velo triste dal volto dei podisti per assegnare ad ognuno la propria, consueta maschera di felicità mista a fatica”.

“Che spettacolo – lo interrupper il Teo – quella sera avrei voluto filmare il duello del Vasi e del Brambilla che fecero a sportellate per tutto il percorso. Io inseguivo a distanza ma alla fine della tappa salii comunque sul gradino più alto della mia categoria. E pensare che immaginavo di correre solo un paio di tappe quest’anno, ma poi ogni volta ero spinto a presenziare dalla curiosità del vedere i bermuda floreali scelti per la serata dal leader assoluto”.

Spuffy se la rise di gusto, non so se per la battuta del Teo o per il ricordo di quel giro.

“Tutti mi davano per favorito – iniziò a dire – e per la tensione ricordo che mangiavo e bevevo birra come un boscaiolo svedese. Chissà a quanto avrei potuto girare al km con un peso forma.

Quella sera a Casorate, complice il percorso senza salite, chiusi a 3’04” di media, incolume da ogni attacco e finalmente, definitivamente, in rosa”.

Io guardai il ragazzetto e gli dissi di non preoccuparsi, che al giro, a parte questi fenomeni di stravaganza come il runner mascherato, o fenomeni sportivi, esistevano anche le persone normali.

gdv_casorate17“Io puntavo a un nuovo personale, nessuna ambizione di classifica – gli dissi – perchè ero troppo distante dal gradino più basso del podio, e i tre che mi precedevano erano tutti presenti col coltello tra i denti. Per una volta partimmo fianco a fianco col mio rivale dell’anno. Partenza un po’ contenuta rispetto alle mi solite follie da primo km, con Stefano che mi spalleggiava e mi faceva da lepre sapendo che puntavo a limare il mio personale, oltre che forte, anche altruista, tanto che nell’ultimo pezzo dava anche qualche dritta sul percorso, lui che li era di casa. Purtroppo sul finale no riuscii a stargli al fianco per una foto sotto al gonfiabile degna conclusione di una bella sfida, ma comunque avevo ottenuto il mio PB”.

“Il meteo fu l’unica pecca della serata – riprese parola la voce delle nostre gesta – io ero al riparo sul palco, ma la gente dovette accalcarsi sotto i pochi ombrelli per assistere alle premiazioni, sembrava proprio una di quelle situazioni da film che descrivono la fine delle vacanze al mare, con l’acqua agitata e la pioggia a bagnare la sabbia, ma il popolo del Varesotto è gente dalla pellaccia dura, capace di far festa anche sotto alla tempesta”.

L’alba stava ormai rischiarando l’orizzonte mentre i fuoco aveva quasi terminato di schioppettare.

Il ragazzetto ci guardò col vigore dei suoi diciottanni nonostante la notte insonne passata ad ascoltare quattro tromboni coi loro racconti.

gdv_casorate11“E’ stato bellissimo sentirvi raccontare dell’entusiasmo che mettevate nella corsa – ci disse – mi hanno detto che anche il mio bisnonno era animato da così tanta passione.

Posso tornare a trovarvi anche il prossimo anno? – ci chiese mentre si alzava per incamminarsi, con indosso solo una leggera canotta rosa nel fresco della mattinata.”

Ma certo – gli rispose il Basoli – noi ci ritroviamo sempre, anno dopo anno, come una grande famiglia.

Ma dicci, come ti chiami?”

“Giulio!” – gridò il ragazzetto che si era già allontanato… “Come il mio bisnonno”…

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