Brevissima….ma durissima

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La tempesta di venerdì è solo un ricordo lontano guardando il cielo srotolato dagli dei della corsa per far da sfondo alla prima tappa del GP delle Montagne 2017.

Sfoglio libri sul tema  della dieta nello sport, cerco articoli on-line, contatto luminari, ma non trovo alcuna notizia incoraggiante sull’apporto della carbonara nelle perfomance di corsa in montagna, quindi preparo la borsa e con Stefania ci dirigiamo a Cuveglio, consapevole che il pranzo non avrà un effetto magico nel farmi affrontare la ripida ascesa di giornata.

Il punto di ritrovo è un piccolo angolo di paradiso alla pendici del Campo dei Fiori, con banco iscrizioni posto sotto un pergolato sulle sponde del torrente Gottardo, che ci mette il dubbio se essere ad una gara del Ciresa o nel labirinto del Fauno.

Facciamo un breve riscaldamento-perlustrazione con Stefano Bordanzi e ci fermiamo alle pendici della “brevissima”, consci che oggi non sarà una passeggiata, visto che già il primo tratto di gara, quello facile, non è certo un piattone.

Alle 15.00 iniziano le partenze, scaglionate di 1 minuto, in ordine di pettorale. Quando si arriva a quota 10, inizio a far girare un pochino le gambe sul lungo fiume per non esser freddo quando toccherà a me.

Arriva il momento di Stefania, e dopo due altri runner tocca a me. La partenza è su ciottolato in discesa, che un po’ mi da fastidio sotto al piede malandato, si passa poi su asfalto e si gira nel paesino di Cuveglio, prima di entrare su sterrato dove la strada inizia a salire e dove supero chi mi aveva preceduto in griglia di partenza.

Su questi tratti ancora si riesce a correre, la pendenza non è ancora estrema e l’acido lattico ancora non ha saturato i muscoli. Corro a sensazione, visto che il Garmin non ne ha voluto sapere di accendersi oggi, ma su questi percorsi di certo non serviva saper il passo al km.

Il primo riferimento è il cartello del 1°KM, dove mi volgo a valle per vedere se per caso arriva qualcuno in recupero tra i partenti dopo di me. Dopo 100 metri curva secca a destra e la lapide di pietra indica l’inizio della Brevissima per Duno.

Qua si inizia a far sul serio. Passo corto e gambe che iniziano a gridare pietà, ma vedo prima il Ciresa in versione fotografo e poi Stefania poco più avanti, e spingo ancora fino a quando non la raggiungo.  Siamo a metà della salita, ma già sono al limite. Alterno tratti di corsetta a tratti di passo dell’alpino per dar un po’ di tregua ai quadricipiti.

Mi avvisano che la salita è quasi finita, il terreno infatti inizia a spianare un po’, piccola scalinata per non farci mancar nulla e si torna su asfalto, dove dopo un centinaio di metri di salitella nel paesino di Duno ci si butta in discesa fino al gonfiabile dell’arrivo.

Chiudo a metà classifica con 2,150 km corsi in 16’40” che mi lasciano distrutto come se avessi corso una mezza.

Le premiazioni e il ristoro si tengono su un bel “terrazzo” sulla vallata, che fa pensare che almeno la vista è valsa la fatica fatta.

Stefania arriva a premi, e questa volta ci guadagno io visto che mi regala il premio di giornata.

Facciamo un po’ di “scarico” tornando, stavolta in discesa, al ritrovo/partenza e per non farci mancar nulla facciamo tappa sul lago di varese, sulla via del ritorno, per far stavolta un vero, breve, scarico con corsetta blanda.

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