Il campo è ancora li, all’angolo dei boschi del parco del Ticino sono anni e anni che non lo vedevo, nulla è cambiato, una “struttura” ridotta sempre all’essenziale, un campo di quelli da società povere. Sono cambiati solo i colori, il giallo e verde hanno preso il posto del rosso e blu sociali che ricoprivano mura e serramenti del blocco spogliatoi. Ci passeremo al fianco, sia ad inizio gara che sul finire, tornando quasi a calcare quell’erba che vent’anni fa mi sembrava il Santiago Bernabeu.
La serale di Coarezza, gara podistica di 6,5 km, si rivela una piacevole sorpresa, oltre che fonte d’ispirazione per i ricordi.
La chiesetta di San Rocco, col viale ciottoloso dove sorge il gonfiabile dell’arrivo è un punto molto carino dove allestire la zona accoglienza, con i vari banchi delle società, punto iscrizione, ristoro e la zona griglie che inizia a sventagliare nell’aria odor di salamelle già molto prima della partenza della gara, attivando lo stomaco più che le gambe.
Il percorso si rivelerà anch’esso molto piacevole, con passaggi boschivi, un paio di km a bordo ticino e la risalita “in quota” attraverso un lungo acciottolato in mezzo ai boschi che dopo il punto ristoro lascerà spazio a terreno fangoso e pozze d’acqua degne di un cross invernale.
Ultima piacevole sorpresa della serata: Rundagi ancora a premio, con la Ste che prende per i capelli un decimo posto nella classifica donne che le vale un ricco bottino.
